lunedì 10 giugno 2013

Un corpo tra due anime: la storia di Daniele

Daniele con i suoi genitori 
Daniele V., nato in Manasquì.


Caro Daniele, ci fa molto piacere che tu abbia deciso di raccontarci la tua storia. Sappiamo che è sempre difficile raccontarsi, ma faremo di tutto per metterti a tuo agio. Dicci, da quanto tempo vivi in Italia?

 Innanzittutto grazie a voi dell' occasione di poter raccontare la mia esperienza di vita ai miei compaesani sperando che possa esser utile ad altre persone. Io vivo in Italia praticamente da sempre, sono arrivato da quando avevo 6 mesi di vita con i miei genitori adottivi che son venuti fino in Perù a prendermi.
Perché hai scelto l'Italia?
Ovviamente non ho potuto scegliere io la meta del mio viaggio né quale sarebbe stata la mia famiglia.
Ad oggi, per come sono andate le cose, posso dire che per me il fatto di capitare in Italia è stato un colpo di fortuna o semplicemente un segno del destino.
Come è stata l'integrazione?
L’ integrazione è un argomento per me molto lungo da riuscire a raccontare e spiegare in poche righe, ho imparato sulla mia pelle che integrarsi può essere semplice o difficoltoso a seconda di come viene vissuta dal diretto interessato, ma anche dalle persone con cui ci si è confrontati, imparando a conoscersi a vicenda.
Per quanto riguarda la mia storia personale posso dire che nell’integrazione alla società italiana ci sono stati degli alti e bassi. Tutto ciò non sempre per causa mia perché voglio sempre ricordare che l’integrazione avviene fra più soggetti, non credo mai ad una persona quando dice “quel ragazzo non si è voluto integrare!”, anche la nuova società con cui ti rapporti deve integrarsi a te, l’integrazione non è mai a senso unico, deve essere reciproca. Io ho appreso tutto ciò che si doveva imparare da questa società per essere italiano nel bene e nel male, le persone che ho incontrato nella mia vita hanno dovuto anche loro accettarmi per come sono o per cosa rappresento e come in tutte le situazioni c’è chi ha accettato la mia persona a braccia aperte come fossi un figlio ritrovato ma c’è stato anche chi non ha mai accettato il fatto che io parlassi la sua stessa lingua magari meglio di lui o che avessi le sue stesse usanze o credenze perché ha vissuto tutto ciò come un affronto alla sua identità di italiano. L’ integrazione è un processo sociale e culturale importantissimo tutt’oggi e io vorrei impegnarmi affinché la parola “integrazione” non sia più vissuta come un problema ma come un’opportunità di allargare i nostri orizzonti e ci renda aperti al mondo del nuovo millennio che è e sarà sempre più multietnico.
Racconta un episodio positivo e uno negativo della tua esperienza.
Se dovessi raccontare un episodio non racconterei di certo il più brutto perché penso che non bisogna accendere troppo gli animi di chi leggerà l’ intervista quindi racconto questo piccolo episodio ma significativo:
Quando ero molto piccolo al tempo in cui frequentavo le scuole elementari ( avevo 8 anni) mi innamorai di una compagna di classe, una fra le più carine, e ovviamente avrei voluto la mia occasione per poter divenire il suo fidanzatino, quando dissi ai miei compagni di classe quale fosse la “fortunata”. Ovviamente la voce si sparse subito e l’ interessata lo venne a sapere. All’uscita della scuola la vidi parlare animatamente con le sue amichette e mi avvicinai di soppiatto per ascoltare perché intuii che ero io il soggetto della discussione e ricordo che sentii solo queste parole uscire dalla sua bocca:“ Non insistete ragazze, lui non mi piace… non mi metterò mai con quel negro!”. In precedenza magari qualche altro bimbo usò quel termine per riferirsi a me, ma ovviamente non diedi mai peso a quella parola ed invece quel giorno capii quanto poteva far male sentire certe espressioni da chi avresti voluto amare, e questo sarebbe valso per qualsiasi persona a cui avrei voluto bene.
Cosi il mio primo amore svanì dissolto in quelle poche parole e iniziai ad affrontare una delle piaghe che affliggono ancora oggi l’Italia e che avrebbe accompagnato anche me per la maggior parte della mia vita.
Veniamo invece al bell’episodio: beh ce ne son tanti anche di questi per fortuna vorrei quindi solo ricordare tutte le persone che mi son state vicino e mi han fatto crescere, ci son tante persone che mi hanno amato e 
 col loro Amore ho imparato a godermi la vita e a mia volta ad amare.
Quali sono le cose che ti hanno aiutato di più nella tua situazione?
Non vorrei essere scontato in questa risposta ma lo sarò perché l’amore è l’unico sentimento che davvero mi ha aiutato e dato forza nei momenti difficili, non parlo soltanto della relazione fra uomo e donna ma di quei piccoli o grandi gesti d’ amore che nella mia vita ho ricevuto da altre persone ed io a mia volta ho potuto ricambiare nei confronti di altre persone ancora…
Non ho mai esternato molto le mie emozioni nella mia adolescenza. Dicevo a me stesso che era per dimostrare di non essere debole, ma in realtà era proprio per quella mia debolezza interiore che non mostravo mai la parte più umana ed intima di me.
La prima volta che ho pianto di gioia è stata abbracciando un bambino affetto da microcefalia a cui non sarebbero rimasti molti mesi di vita, ricordo che lui mi sorrise e mi abbracciò come si fa con un fratello o con un padre ed era la prima volta che ci vedevamo perché io ero solo di passaggio in quella missione in Perù allora, ero solo una comparsa nella sua vita ma mai un abbraccio fu più vero per me, sentii il suo calore, la sua gioia e felicità per quella visita inaspettata, e prima ancora di ricambiare il sorriso o l’ abbraccio ricevuto ero già scoppiato in lacrime, in quell’occasione qualcosa in me si è rotto, cadeva un muro fatto di paure e angosce e per la prima volta ho provato ad amare senza che alcuna maschera o barriera potesse anteporsi fra i miei sentimenti e il mondo esterno.
L’amore mi ha fatto rinascere, l’amore per la vita e per le persone belle e vere che ho incontrato.
 Qual è la cosa che ti piace di più e quella che ti piace di meno dell'Italia e del Perù?
 Le cose che mi piacciono più dell’Italia ovviamente sono la cucina ed i paesaggi, veramente è un Paese ricco di tradizioni, cultura e storia, mi riterrò sempre fortunato ad essere cresciuto qui e non lo dico per buonismo ma semplicemente ho imparato ad accettare e apprezzare tutto ciò che mi ha dato la vita senza invidiare nulla agli altri.
Tra le cose che mi piacciono di meno, o meglio che non piacciono, sicuramente c'è ciò che mi ha coinvolto in prima persona riguardo l’ integrazione, son convinto che ci siano ancora troppe persone che hanno paura di ciò che è differente da loro, rimanere attaccati alle proprie tradizioni è ammirevole al giorno d’oggi in cui tutto è globalizzato, ma saper cogliere le qualità e insegnamenti che ti mettono a disposizione le differenti culture del mondo e farne tesoro per valorizzare la propria è l’ obiettivo da porsi in questo nuovo millennio. La cultura di un popolo, le sue tradizioni, gli insegnamenti li porta ciascuna persona dentro di sé, non si può minimamente pensare che tutto questo possa essere messo in discussione o in pericolo da poche migliaia di persone extracomunitarie che vengono qua in Italia solo per cercar lavoro, nella maggior parte dei casi. Chiunque pensa l’ opposto deve lavorare ancora molto dentro di sé prima di puntare il dito contro l’ultimo arrivato.
Si dice che l’ uomo che teme di perdere la sua donna per mano di un altro uomo è solo perché ha poca fiducia in se stesso e quella stessa paura lo porterà al fallimento della sua relazione.
Le cose che mi piacciono di più del Perù sono la cucina, i paesaggi e la cultura andina. Davvero più scopro il mio Paese natale più ne apprezzo le sue differenze culturali, religiose ed ambientali, credo che proprio questa moltitudine di differenze saranno la forza del Perù stesso nei prossimi anni, un Paese multietnico oggi ha davvero le carte in regola per imporsi sulla scena mondiale sia socialmente che politicamente, io lo vedo come un luogo mistico con ancora tante cose da svelarci ed insegnarci.
Ho passato ancora troppo poco tempo nella mia terra natia per trovare delle cose negative, sai, quando ti si apre un mondo nuovo davanti ti sembra sempre tutto bello, anche “los barrios” mi sembravano affascinanti, però valutando il tutto con un occhio più obbiettivo riesco a cogliere sicuramente anche i lati meno positivi del Perù. Uno fra questi è sicuramente la differente distribuzione di ricchezze all'interno della popolazione peruviana, ci son persone che ancora non hanno elettricità ed a fatica l’acqua potabile per le proprie famiglie e altre che hanno guardie private davanti casa per la propria incolumità, mi son chiesto molte volte come tutto ciò sia potuto accadere, come è possibile che il Perù “onesto, civilizzato e benestante” possa essere rappresentato solo da poche migliaia di persone e i restanti milioni di persone sia sempre descritto come la popolazione “incivile, disadattata, senza Dio”, come se da una quartiere all’altro della città ci si possa trovare dal paradiso all'inferno senza passare dal purgatorio.
La verità per me è sempre stata nel mezzo delle cose, quindi per il Perù vale la stessa regola, e poi al di là dei problemi sociali interni al Paese ci sono i Paesi Occidentali che si occupano di “aiutare” paesi come il mio Perù e ti accorgi che quell’aiuto tanto agognato ai paesi più sviluppati altro non è che un'elemosina pure scarna…
Qual è la cosa che ti manca di più della tua patria?
A questa domanda rispondo al plurale perché ormai mi sento di appartenere a due nazioni e posso dire che siccome vivo in Italia tuttora mi manca di conoscere meglio la mia terra natia, conoscere la gente della sierra dalla quale provengo. Insomma, per me dall’altro lato del globo c’è ancora un mondo da scoprire e spero di poterlo fare presto perché penso davvero che ne valga la pena e poi vorrei far luce su quella breve parte della mia vita che vissi là fino all’età di sei mesi .
Cuzco, Perù

Descrivi il Perù (e l'Italia) in poche parole fondamentali per le persone che non lo conoscono.
 Parto dal Perù:
“ Carissimi amici del Blog, il Perù è una terra affascinante, mistica e vera. Potrete respirare atmosfere uniche al mondo nella terra degli Incas, dalla selva alla montagna, dal deserto alla costa. Vi sembrerà di vivere ai quattro lati del mondo, vedrete una fauna e flora veramente variegata, ma questi paesaggi così differenti tra loro hanno un’unica cosa in comune: la gente, nella maggior parte dei casi umile e vera. La cosa più bella del Perù è che la verità non ti viene mai nascosta, sicuramente vedrete i lati belli e quelli meno belli, ma li vedrete tutti e di tutto questo ne apprezzerete la sincerità! “
Ed ora l’ Italia:
“Carissimi compaesani peruviani, l’Italia è storia, è cultura e semplicità. Chiunque desideri cercare una Paese genuino ed allo stesso tempo ricco di stimoli per la propria crescita artistica e personale deve per forza passare da qui. I paesaggi son magnifici e fanno da cornice alle grandi opere artistiche e architettoniche che realizzarono i nostri avi italiani.. E la gente italiana nella maggior parte dei casi è genuina e semplice, se ti dimostri aperto e pronto ad abbracciare le novità che ti porta il Bel Paese gli italiani stessi non aspetteranno molto a farti sentire uno di loro ed anche questa è una fra le cose positive che ho potuto constatare in prima persona!”
Vorresti tornare nel tuo paese?
 Come detto prima voglio tornare alla mia terra natia per viverla e conoscerla .. ma sapete quando ho fatto il mio primo viaggio di due mesi in Perù cosa è successo? Semplice, mi è mancata tanto tanto la mia Italia! Per me è stato difficile ambientarmi in Perù durante il mio primo viaggio perché è tanto differente da qui ed ovviamente dopo due mesi mi son mancate tante cose del mio stivale preferito!
Insomma per chi non lo avesse ancora capito il mio cuore è diviso da 10500 chilometri di Oceano Atlantico eppure riesce a battere forte ugualmente da entrambe le parti nonostante sia spaccato a metà… e se non è amore questo!!
Sei contento del tuo percorso?
Sì, lo sono. Penso che qualunque sia la tua strada, facile o tortuosa, se ti porta ad essere in pace con te stesso e con gli altri significa che è stata la strada giusta.
Io mi sento così, bene con me stesso ed anche con gli altri, e quindi son felice della mia strada sino ad ora e di tutti gli episodi della mia vita, positivi e negativi. Non posso rinnegare il passato solo per apparire agli altri una persona migliore oggi, anzi forse se oggi sono una persona migliore rispetto al passato è grazie a tutti gli eventi che ho vissuto e poi sappiamo tutti che la ricerca del proprio benessere interiore non è una gara con le altre persone, ogni persona ha i suoi tempi, i suoi modi per raggiungerlo, ed il fatto di non raggiungere il proprio scopo in tempi uguali è proprio perché siamo legati gli uni agli altri ed ogni azione o risultato che raggiungiamo o compiamo per noi stessi influirà sulla crescita e vita di chi ci sta vicino.
E’ bene ricordarsi quindi di non disperarsi nel non trovare entro un limite di tempo massimo il proprio destino o significato della propria vita su questa terra, l’ importante sarà capire quando sarà arrivato il momento giusto per agire e per attuare il cambiamento che ciascuno di noi desidera per se stesso per migliorarsi sempre più.   
Grazie mille Daniele, per il tempo e le parole che ci hai donato.
Grazie a voi!


                                                                                                                            F.V.

Nessun commento:

Posta un commento