mercoledì 16 maggio 2018

Alla madre che Fu


Ecco a scrivere il mio breve cammino
Che abbiam vissuto assieme in questo triste destino…

“Un due tre! un due tre! un due tre!”
No, non è stato un gioco per come vuole apparire
Ma eri semplicemente tu madre,
che con quel battito d’ ali che mettevi al tuo cuore,
scandivi i secondi per poi sentirti svanire…

Adesso t’ amo in un fiore di campo,
in un sorriso od un colore..
Eppur mai vedendoti mi sei rimasta nel cuore,

Cado giù nel profondo di un crepaccio infinito,
Paure e ricordi che coltivavi nel grembo sono parte di me ora,
come braccia, gambe e mente..
Siamo nati assieme e ora siamo realtà ,
ma so che volevi per me
Soltanto felicità..


Come posso amputare questi arti infelici?
dove sei madre .., dove sei ? Tuo figlio ti chiama..
esiste una donna che meglio di te ama?

Ma tu non sei la colpa ne io la tua, del nostro triste destino,
avrei voluto prenderti la mano e tenerti vicino,
ma ero troppo piccino, agitato e confuso per capire dov’ eri...

Torna ora, perché sono più forte della sorte, della morte.
E seppur scivolerai via come un alito di vita un qualcosa di più rimarrà pure a me..

Ma è assurdo gridare al vento, scrivere il mio tormento,
nessuno mai anche provando capirà..
il dolore di chi a perso una madre in tenera età.

Dany Veronesi

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